Data di Pubblicazione:
2003
Citazione:
La diagnosi citologica della peritonite infettiva felina: un approccio multidisciplinare / S. Paltrinieri. ((Intervento presentato al 6. convegno VI Congresso Nazionale Società Italiana di Citologia tenutosi a Montegrotto terme nel 2003.
Abstract:
La diagnosi citologica della peritonite infettiva felina: un approccio multidisciplinare
Saverio Paltrinieri
Dipartimento di Patologia Animale Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria – Università di Milano
La Peritonite Infettiva Felina (FIP) è una malattia letale dei felini sostenuta da Coronavirus Felini (FCoV) (Pedersen, 1995). I FCoV sono molto diffusi nelle popolazioni feline. La maggior parte dei ceppi, conosciuti come coronavirus enterici felini (FECV) inducono leggere enteriti. I FCoV sono molto instabili geneticamente: in ambienti endemici e spesso nello stesso gatto, nove quasispecie vengono generate di continuo (Gunn-Moore et al., 1999). In questo contesto possono comparire ceppi patogeni conosciuti come FIP virus (FIPV). Quest’ultimo infetta i macrofagi e, con essi viene distribuito nell’organismo. La risposta immunitaria determina la comparsa di lesioni granulomatose (forma secca) o di una diffusa vasculite che porta alla comparsa di versamenti cavitari (forma umida) (Pedersen, 1995). La diagnosi di FIP presenta molte difficoltà per il veterinario clinico. Sebbene siano infatti numerose le alterazioni cliniche, ematologiche e chimico cliniche indicative di FIP (sintomi neurologici o oculari, presenza di versamenti endocavitari, anemia non rigenerativa, linfopenia, alterazioni degli indicatori di funzionalità epato-renale, iperprotidemia con aumento delle 2- e delle -globuline, aumento delle proteine di fase acuta, e in particolare della 1-glicoproteina acida), nessuna di tali alterazioni è sufficientemente specifica per FIP (Pedersen, 1995; Sparkes et al., 1991; Duthie et al., 1997; Addie et al., 2003). Per una diagnosi certa della patologia rimane quindi valido quanto suggerito molti anni fa da Barlough e Stoddart (1990), i quali affermavano che l’unica diagnosi certa è quella istologica, eventualmente corredata dall’evidenziazione immunoistochimica del FCoV. Tale diagnosi è per lo più effettuabile post-mortem, in sede di necroscopia. Sebbene alcuni organi, e in particolare fegato e rene, presentino sempre lesioni focali, spesso multiple, anche in assenza di sintomi riferibili ad insufficienza epato-biliare, da un punto di vista pratico risulta infatti molto difficile eseguire un prelievo bioptico laparoscopico per il prelievo dei tessuti lesionati, in quanto le condizioni generali del gatto sono in genere tali da rendere rischiosa l’anestesia generale. In tale contesto diventa molto più semplice l’utilizzo di tecniche meno invasive come la biopsia percutanea mediante tru cut su fegato e rene, o meglio l’esame citologico. Quest’ultimo presenta due vantaggi fondamentali: non richiede affatto procedure anestesiologiche (può infatti essere eseguito in sedazione profonda) e può essere eseguito non solo su fegato e rene ma anche su eventuali neoformazioni di natura piogranulomatosa (a sede omentale, linfonodale o intestinale) o addirittura, nelle forme umide, sui versamenti. Anche l’esame citologico, peraltro, può non essere del tutto risolutivo, in parte per la stessa natura della tecnica, che può non evidenziare lesioni focali come quelle rilevabili nei parenchimi in corso di FIP, in parte per l’aspecificità degli infiltrati flogistici indotti da FcoV (Paltrinieri et al., 2001). Sia nei parenchimi che nei citocentrifugati ottenuti da versamenti, è infatti rilevabile un quadro di flogosi non specifico, compatibile con una diagnosi di forma piogranulomatosa e caratterizzato dalla presenza di neutrofili, per lo più non degenerati, di elementi linfoplasmacellulari e di macrofagi, eventualmente corredato dalla presenza, nei versamenti di cellule mesoteliali reattive (Pedersen, 1995; Meinkoth et al.., 1998). Anche se non specifico, l’esame citologico è comunque impor
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
S. Paltrinieri
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