Cani, gatti e uomini in città : l'Istituto antirabico dell'Ospedale Maggiore di Milano (1866-1931)
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Data di Pubblicazione:
2011
Citazione:
Cani, gatti e uomini in città : l'Istituto antirabico dell'Ospedale Maggiore di Milano (1866-1931) / D. Bellettati, B. Falconi, A.F. Franchini, C. Cristini, L. Lorusso, P.M. Galimberti, A. Porro. ((Intervento presentato al 6. convegno Convegno nazionale di storia della medicina veterinaria tenutosi a Brescia nel 2011.
Abstract:
Il Comitato per l'assistenza dei morsicati da animali idrofobi sorse a Milano il 28 giugno 1886, con sede presso il Consiglio degli Istituti Ospitalieri, con lo scopo di fornire alle persone morsicate da animali affetti da idrofobia le cure idonee secondo il metodo applicato all'Istituto Pasteur di Parigi. Inizialmente furono stanziati fondi, tra cui la generosa offerta di 3.000 lire da parte del cavalier Andrea Ponti, per l'invio a Parigi degli ammalati, accompagnati da un medico, poi il Comitato fornì sussidi perché i morsicati fossero curati con inoculazione del vaccino antirabico praticata dai dottori Antonio Barattieri e Carlo Bareggi presso la Regia Scuola di Medicina Veterinaria di Milano, il cui direttore, Nicola Lanzillotti Buonsanti, fu uno dei fondatori del Comitato. Gli stessi medici aprirono privatamente nell'ottobre 1886 un Istituto per la cura antirabica in via San Zeno 12, che fu riconosciuto con decreto prefettizio il 20 gennaio 1887. Nel settembre dello stesso anno i due medici si separarono e aprirono due istituti diversi: Barattieri l'Istituto per la cura antirabica Pasteur, in via S. Damiano 20 e Bareggi l'Ambulatorio per la cura antirabica Pasteur applicata razionalmente, in via San Giovanni in Conca 5. L'Istituto Antirabico fu aperto il primo luglio 1889, con sede presso l'Ospedale Maggiore; la direzione e la vigilanza furono affidate al medico direttore dell'Ospedale Maggiore. L'amministrazione era invece di competenza del Comitato per la cura antirabica, composto nel 1889 dal dottor Giuseppe Leris, medico primario dell'Ospedale, con carica di presidente, dal senatore Carlo D'Adda, da Carlo Servolini, presidente del Consiglio degli Istituti Ospedalieri, dal dottor Edoardo Grandi, medico direttore dell'Ospedale e dal conte Carlo Resta. Il dottor Remo Segré, che fin da studente collaborava con il Comitato accompagnando i malati a Parigi, fu incaricato del servizio medico dell'Istituto, ospitato gratuitamente presso i locali della sala S. Luigi dell'Ospedale; erano a disposizione per la cura antirabica una sala d'aspetto, un salottino per le visite, uno stanzone ad uso laboratorio con annesso locale per la custodia dei conigli a cui era stato inoculato il virus per la preparazione del vaccino. I corpi degli animali morsicatori erano invece inviati alla Regia Scuola di Medicina Veterinaria di Milano per le opportune analisi. Le cure erano prestate senza alcuna spesa agli indigenti risiedenti nei comuni dell'ex Ducato di Milano e delle province lombarde e di Novara; i malati facoltosi o non risiedenti nel territorio indicati erano tenuti a versare una oblazione di almeno trenta lire. Il trattamento durava circa venti giorni ed era svolto ambulatorialmente; i malati risiedenti fuori Milano erano ospitati presso una casa pensione, istituita dal 1 ottobre 1898 in prossimità dell'Ospedale, prima in via Lamarmora 35, poi in un edificio di proprietà dell'Ospedale in via San Barnaba, con tariffe concordate. Dal 1917 l'amministrazione fu affidata all'Ospedale Maggiore. I lavori per la costruzione del nuovo Istituto ebbero inizio nel 1924, sull'area della vecchia succursale di S. Antonino. Il padiglione, progettato dall'ingegner Antonio Bertolaja, fu intitolato ad Annetta e Carolina Bosisio; l'edificio era costituito da un piano terreno con laboratori e ambulatori e da un piano superiore con camere di degenza, che sostituivano, in parte, i posti letto disponibili presso la casa pensione che era stata abbattuta nel 1925. L'inaugurazione ebbe luogo il 20 giugno 1926. A quella data l'Istituto era diretto dal dottor Remo Segrè, già medico incaricato dal 1889, coadiuvato da due assistenti e da un medico microscopista Lina Luzzani Negri Vittadini, allieva di Camillo Golgi e moglie di Adelchi Negri, scopritore dei corpus
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
D. Bellettati, B. Falconi, A.F. Franchini, C. Cristini, L. Lorusso, P.M. Galimberti, A. Porro
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