Stratigrafia e caratteri di facies delle successioni carbonatiche affioranti nell'area compresa tra Binetto e Grumo Appula (Murge baresi, Puglia)
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Data di Pubblicazione:
2008
Citazione:
Stratigrafia e caratteri di facies delle successioni carbonatiche affioranti nell'area compresa tra Binetto e Grumo Appula (Murge baresi, Puglia) / A. Barchetta, L. Spalluto. ((Intervento presentato al 8. convegno Congresso GeoSed tenutosi a Bari nel 2008.
Abstract:
In questo lavoro sono esposti i risultati di uno studio stratigrafico e sedimentologico di dettaglio di due sezioni in facies di piattaforma carbonatica affioranti nelle Murge settentrionali (Murge baresi) tra gli abitati di Binetto e Grumo Appula (sezione di Macchia del Barone e sezione di Binetto). Gli obiettivi sono stati quelli di descrivere le principali associazioni di litofacies, di interpretare i paleoambienti di sedimentazione e di riconoscere la loro evoluzione verticale nell'ambito dei singoli strati e gruppi di strati. La metodologia adoperata è stata quella dell'analisi di facies alla scala dell'affioramento ed in sezione sottile.
Le Murge costituiscono parte del dominio di Avampaese apulo (Auctt.), il quale viene a delinearsi a seguito della tettogenesi appenninico-dinarica avvenuta tra il Miocene e il Pleistocene inferiore (e.g. Ricchetti et al., 1988).
Dal punto di vista stratigrafico, l'impalcatura delle Murge è rappresentata da una potente successione sedimentaria cretacea di rocce carbonatiche (calcari, calcari dolomitici e dolomie) formatesi in ambiente marino di relativa bassa profondità (Ricchetti, 1975). Tale successione si è deposta, in un contesto geodinamico di margine passivo maturo, sulla Piattaforma apula (Auctt.), una delle cosiddette "piattaforme peri-adriatiche" che nel Mesozoico bordavano il margine meridionale della Tetide. Dal punto di vista litostratigrafico la successione affiorante è costituita da due formazioni: il Calcare di Bari (Valanginiano p.p.-Turoniano inferiore ?) ed il Calcare di Altamura (Turoniano superiore ?-Senoniano) (Ricchetti, 1975).
Le sezioni stratigrafiche oggetto di studio appartengono alla parte alta della Formazione del Calcare di Bari. Recenti studi nell'ambito del progetto CARG Puglia per il rilevamento del F° 438 "Bari" (scala 1: 50.000) hanno permesso di attribuire questa porzione del Calcare di Bari all'intervallo Cenomaniano medio-superiore.
In entrambe le sezioni studiate il Calcare di Bari si presenta in strati e banchi di spessore variabile da un minimo di 5 centimetri fino a 1-2 metri e, al suo interno, sono state distinte le seguenti sei litofacies: a) floatstone bioclastici in matrice wackestone/packstone, costituiti da frammenti di rudiste, peloidi, foraminiferi bentonici, alghe calcaree, frammenti di echinidi e di ostracodi, bivalvi a guscio sottile e gasteropodi; b): wackestone/packstone biopelmicritici, localmente bioturbati, costituiti da alghe calcaree, foraminiferi bentonici, frammenti di ostracodi e di bivalvi a guscio sottile, gasteropodi, peloidi, intraclasti micritici e cortoidi; e): packstone/grainstone biopelmicritici e pelmicrosparitici costituiti da peloidi, intraclasti micritici, foraminiferi bentonici (piuttosto abbondanti), alghe calcaree, frammenti di ostracodi, bivalvi e gasteropodi; d): mudstone/wackestone massivi e bioturbati costituiti da una bassa concentrazione di peloidi, per lo più faecal pellets, intraclasti micritici e cortoidi. I bioclasti sono rari, in prevalenza rappresentati da bivalvi a guscio sottile, alghe calcaree, ostracodi e rari foraminiferi bentonici; e): bindstone stromatolitici caratterizzati da laminazione da debolmente a marcatamente ondulata; tali lamine risultano alternate a mudstone/wackestone biomicritici, che al loro interno contengono ostracodi, alghe calcaree, foraminiferi bentonici, frammenti di bivalvi a guscio sottile, peloidi (fecal pellets) ed intraclasti micritici; f): floatstone con all'interno intraclasti immersi in una matrice argillosa residuale. La dimensione degli intraclasti è variabile dal mezzo centimetro fino a circa 6-7 centimetri di diametro.
Per l'interpretazione paleoambientale è stato utilizzato il criterio di classificazione di Flugel (2004) (Standard Facies Zone) che ha c
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
A. Barchetta, L. Spalluto
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