Glaciali ed interglaciali al margine dell'Appennino emiliano, come è cambiato l'ambiente dei cacciatori e raccoglitori tra Pleistocene ed Olocene
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Data di Pubblicazione:
2010
Citazione:
Glaciali ed interglaciali al margine dell'Appennino emiliano, come è cambiato l'ambiente dei cacciatori e raccoglitori tra Pleistocene ed Olocene / M. Cremaschi. ((Intervento presentato al convegno Preistoria e Protostoria dell'Emilia-Romagna Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria tenutosi a Modena nel 2010.
Abstract:
1 - Nell’ XIX riunione scientifica dell’ IIPP, tenutasi nel 1975 l’ultima in Emilia Romagna, con Carlo Peretto, entrambi agli inizi di carriera, presentammo una relazione sul Paleolitico emiliano, dedicata ai risultati delle nostre ricerche allora in corso, nella quale facemmo un primo sistematico tentativo di inquadrare le industrie paleolitiche nel loro contesto geologico.
A trentaquattro anni di distanza, vi sono stati numerosi progressi su questo tema, sia localmente, come fanno fede le numerose scoperte da allora avvenute e le comunicazioni e posters presentati a questa Riunione, ma soprattutto, è radicalmente cambiato il quadro di riferimento relativo al Periodo Quaternario ed ai suoi cambiamenti climatici.
Protagonisti di questa vicenda scientifica sono gli studi degli isotopi stabili dell’ossigeno O16/O18 (poiché è stato dimostrato che sono funzione del volume di ghiacci accumulati sui continenti ) STUDIATI nei foraminiferi dei sedimenti dei fondali marini e nei ghiacci artici ed antartici.
I carotaggi da questi estratti hanno fornito alla ricostruzione paleo climatica una risoluzione cronologica ben maggiore delle stratigrafie oceaniche ed accompagnano al dato isotopico altri importanti parametri : contenuto in gas serra (conservati nelle bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio ), polveri eoliche, tephra etc.
Oggi gli archivi paleoclimatici più complessi e più ricchi provengono dall’Antartide, specialmente da due cantieri di perforazione : Vostok ed EPICA (un progetto congiunto europeo cui partecipa anche l’Italia); in questi sono stati carotati rispettivamente 1000 e 1500 metri di ghiaccio che coprono un intervallo cronologico di quasi 800 000 anni; nel caso almeno di EPICA c’è ancora ghiaccio al di sotto della profondità toccata dagli ultimi carotaggi e si spera di raggiungere età ancora più antiche.
Quali conseguenze per la conoscenza del periodo Quaternario rispetto agli anni settanta dello scorso secolo ai tempi della XIX riunione scientifica dell’IIPP ?
La variazione climatica fra glaciale ed interglaciale è la principale caratteristica del Periodo Quaternario ed è ormai pienamente accettato che le cause di tale cambiamento, come ipotizzato più di un secolo fa da Croll e successivamente da Millancovitch, siano principalmente le variazione dei parametri orbitali della terra rispetto al sole amplificati da processi di feedback (effetto serra ed albedo) e modulati dalla circolazione dell’atmosfera e della idrosfera. Vi sono stati almeno undici periodi glaciali nell’ultimo milione di anni , ricorrenti prima con cicli di quarantamila anni (determinati dall’inclinazione dell’asse terrestre) e poi, a partire da circa 700 mila anni fa con cicli di circa centomila anni (determinati dalla variazione dell’ eccentricità dell’orbita terrestre).
Risulta pertanto superata la stratigrafia di Penck e Brukner, che prevedeva quattro periodi glaciali nel Quaternario, non perché gli illustri geomorfologi non avessero fatto un buon lavoro, ma perché la stratigrafia dei depositi continentali è per sua natura lacunosa. Di conseguenza, la classica nomenclatura relativa alle glaciazioni alpine (Wurm, Riss, Mindel, Gunz) non deve essere più usata nella datazione dei terreni quaternari e tantomeno nelle tele correlazioni; oggi si preferisce parlare di MIS (marine isotopic stages) e meglio ancora riferirsi, quando possibile, a date numeriche più oggi facilmente ottenibili grazie al moltiplicarsi delle tecniche geocronologiche.
La variazione climatica o meglio il raffreddamento globale del pianeta – le glaciazioni negli ultimi ottocentomila anni dominano decisamente come durata sui periodi interglaciali - è il principale fenomeno geologico del Quaternario, e viene consid
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
M. Cremaschi
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