Relazione tra aprassia e rappresentazione dello schema corporeo nei pazienti con cerebrolesioni
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Data di Pubblicazione:
2022
Citazione:
Relazione tra aprassia e rappresentazione dello schema corporeo nei pazienti con cerebrolesioni / R. Pagani, C. Meneguzzo, V. Molteni, A.M. Previtera. ((Intervento presentato al 50. convegno SIMFER tenutosi a Catania nel 2022.
Abstract:
Introduzione
L’aprassia è un deficit dell’attività motoria che compare specificamente durante l’esecuzione intenzionale di un movimento e non è attribuibile a un deficit motorio, sensitivo, di coordinazione o cognitivo. Sono state sviluppate diverse teorie interpretative. Liepmann ha distinto due tipi di aprassia, ideativa e ideomotoria; Geschwind ha interpretato l’aprassia come “sindrome da disconnessione” tra ideazione e performance della sequenza motoria.
Studi successivi hanno identificato due circuiti neuronali per la genesi di un gesto: una via diretta (che codifica l’input visivo e lo trasforma in output motorio) e una via indiretta (che integra l’input visivo con la rappresentazione dell’azione a livello della memoria semantica).
Negli ultimi decenni sono state proposte teorie interpretative alternative, che esplorano l’eterogeneo concetto neuropsicologico della rappresentazione corporea1. Si distinguono tre tipi di rappresentazione corporea: lo schema corporeo, la descrizione strutturale corporea e l’immagine corporea. Tali aspetti sembrano concorrere alla corretta esecuzione di un gesto finalizzato, che dipende da un insieme di sistemi di controllo che si attivano prima dell’inizio dell’azione e che continuano a funzionare durante l’azione stessa2.
Obiettivo del presente studio è verificare se, dopo una lesione cerebrale focale, sussista una relazione tra il disturbo aprassico e il deficit di rappresentazione corporea, al fine di formulare adeguate strategie riabilitative.
Materiali e Metodi
È stato condotto uno studio osservazionale, con campionamento non probabilistico. Sono stati reclutati 10 pazienti (5 F, 5 M) [gruppo 1] con lesione cerebrale focale, senza limitazioni di motilità dell’arto superiore omolaterale alla lesione, gravi ipovisus e/o ipoacusia, disturbo di comprensione verbale, patologie psichiatriche o storia di abuso di sostanze. Sono stati considerati: età, sesso, scolarità, preferenza manuale, tipo e sede della lesione cerebrale, tempo trascorso dall’evento acuto. Ciascun soggetto è stato sottoposto ai seguenti test: Montreal Cognitive Assessment (MoCA), Edinburgh Handedness Inventory (EHI), Test di De Renzi (TDR), Hand Laterality Recognition Task (HLRT - applicazione per tablet/smartphone per il riconoscimento della lateralità di immagini di mani in diverse posizioni)3. Sono stati reclutati 14 soggetti sani per il gruppo di controllo (7 M, 7 F) [gruppo 2] rispondenti ai criteri di esclusione.
Risultati
La statistica descrittiva conferma l’omogeneità dei due gruppi. Sei pazienti avevano una lesione emisferica a destra e quattro a sinistra. Per i punteggi del MoCA, l’analisi statistica non ha evidenziato differenze significative tra il gruppo 1 e il gruppo 2. Il gruppo 1 ha ottenuto punteggi patologici ai subtest per le funzioni visuo-spaziali/esecutive e di astrazione. All’EHI entrambi i gruppi avevano preferenza manuale destra (gruppo 1: 80%; gruppo 2: 78,6%).
L’analisi statistica dei punteggi totali del TDR non ha mostrato differenze significative tra i due gruppi. Solo un paziente del gruppo 1 ha ottenuto un punteggio inferiore al cut-off. Dall’analisi dei punteggi parziali, si osservano più errori per i gesti della mano rispetto a quelli dell’arto. All’HLRT è emersa una differenza statisticamente significativa nel riconoscimento della lateralità delle mani tra i due gruppi, con più errori nel gruppo 1. Non sono emerse invece differenze statisticamente significative nella percentuale di risposte corrette e nei tempi di riconoscimento in relazione alla preferenza manuale all’interno di ciascun gruppo. I soggetti con lesioni anteriori hanno ottenuto punteggi inferiori rispetto ai soggetti con lesioni posteriori, sia
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Keywords:
cerebrolesioni; aprassia; schema corporeo
Elenco autori:
R. Pagani, C. Meneguzzo, V. Molteni, A.M. Previtera
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