Indagini geofisiche per l’identificazione e lo studio di spessore e distribuzione laterale di suoli di alta quota (Plateau dello Stolemberg, Monte Rosa, 3030 m s.l.m.)
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Data di Pubblicazione:
2019
Citazione:
Indagini geofisiche per l’identificazione e lo studio di spessore e distribuzione laterale di suoli di alta quota (Plateau dello Stolemberg, Monte Rosa, 3030 m s.l.m.) / C. Colombero, N. Colombo, C. Comina, M.E. D’Amico, C. De Regibus, D. Franco, M. Freppaz, E. Pintaldi, L. Sambuelli. ((Intervento presentato al 38. convegno Convegno Nazionale del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida (GNGTS) tenutosi a Roma : 12-14 novembre nel 2019.
Abstract:
Il plateau dello Stolemberg (~3030 m s.l.m.) rappresenta la porzione sommitale del sito per la ricerca ecologica a lungo termine “Istituto scientifico Angelo Mosso” (sito LTER-Italia IT19-001-T). E’ situato nelle Alpi occidentali, nel comune di Gressoney-La-Trinité, immediatamente a nord del Passo dei Salati (2936 m s.l.m.) che separa la Valle d’Aosta dal Piemonte (Fig. 1a). Dal punto di vista geologico, quest’area si trova sulle pendici meridionali del massiccio del Monte Rosa. Importanti contatti tettonici affiorano in quest’area. In particolare, poche decine di metri a nord del plateau, è ben visibile e preservato il contatto tettonico tra le rocce del margine continentale europeo (Falda del Monte Rosa, principalmente micascisti e paragneiss) e il dominio oceanico Ligure-Piemontese (Unità Zermatt Sass, principalmente anfiboliti e calcescisti). L’area ricade all’interno del S.I.C./Z.P.S. IT1204220 “Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa” (DIR. 92/43/CEE "Habitat"), sulla quale sono in vigore specifici vincoli territoriali finalizzati alla salvaguardia della biodiversità e degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatica. La morfologia dell’area è intensamente rimodellata da forme e depositi glaciali e periglaciali. In particolare, il plateau è costituito da un’area sub-pianeggiante priva di vegetazione e ricoperta integralmente da forme periglaciali, costituite da coltri pietrose di spessore variabile (da ~10 cm ad oltre 1 m).
Nel 2017, al fine di preservare il più possibile il contesto naturale dalla realizzazione di un nuovo impianto a fune (collegamento Cimalegna-Salati), l’Università di Torino (DISAFA e DST) ha effettuato delle indagini sulle forme periglaciali e sui suoli presenti sul plateau. L’indagine pedologica ha rivelato inaspettatamente, al di sotto della coltre pietrosa, la presenza di suoli molto ben sviluppati, profondi e caratterizzati da stock di carbonio paragonabili a quelli dei suoli forestali, in contrasto quindi con le attuali condizioni ambientali e di copertura vegetale. L’apertura di ulteriori trincee lungo la linea di progetto dell’impianto, ha permesso inoltre di individuare altri suoli con caratteristiche simili, suggerendo quindi una distribuzione tutt’altro che sporadica nell’intera area di studio. Tuttavia, le indagini dirette finora svolte, data l’impossibilità di effettuare ulteriori scavi (per i quali sarebbe necessario l’impiego di mezzi meccanici, con gravi ripercussioni sull’ecosistema), non hanno permesso di valutarne l’effettiva distribuzione. Inoltre, in aree in cui questi suoli mostrano relazioni intricate con i materiali sottostanti e soprastanti, la topografia è irregolare e le proprietà dei materiali indagati sono presumibilmente non omogenee o anisotrope, indagini geognostiche puntuali potrebbero risultare insufficienti o inefficaci per mapparne lo spessore e la continuità laterale. Nello stesso contesto, indagini geofisiche non invasive potrebbero invece aiutare a identificare la presenza dei suoli, stimarne la profondità al di sotto dei materiali di copertura e il relativo spessore e tracciare la loro distribuzione areale, preservando al contempo le condizioni naturali del sito. Prerequisito fondamentale per la riuscita delle indagini geofisiche è la presenza di un contrasto di proprietà fisico-meccaniche significativo tra il suolo indagato e il materiale circostante e una risoluzione dei dati sufficiente a identificarne la presenza e continuità a fronte del contenuto spessore decimetrico rinvenuto nei sondaggi esplorativi. Un contrasto in proprietà elettriche è verosimilmente atteso tra i suoli (materiali sciolti, porosi e predisposti a trattenere acqua d’infiltrazione e umidità, talvolta ricc
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
C. Colombero, N. Colombo, C. Comina, M.E. D’Amico, C. De Regibus, D. Franco, M. Freppaz, E. Pintaldi, L. Sambuelli
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