Data di Pubblicazione:
2007
Citazione:
Esperienza tedesca e visione dell’impero in Enea Silvio Piccolomini / B. Baldi ; tutor: G. Chittolini, B. Vigezzi : coordinatore: G. Chittolini. DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA STORIA E DELLA DOCUMENTAZIONE STORICA, 2007. 19. ciclo, Anno Accademico 2006/2007.
Abstract:
Nell’ambito degli studi dedicati alla figura e all’opera di Enea Silvio Piccolomini, gli anni trascorsi dal Piccolomini al servizio di Federico III, re di Germania e imperatore, sembrano emergere come un momento per tanti aspetti centrale della sua esperienza e della sua riflessione storico-politica. E, in effetti, vari autori concordano nel richiamare l’attenzione sull’importanza di questo periodo, considerandolo però soprattutto in una prospettiva volta essenzialmente a chiarire il problema del passaggio da parte del Piccolomini da posizioni conciliari a posizioni monarchico-papali: nel tentativo, da un lato, di superare i duri giudizi espressi dal primo biografo piccolominiano, Georg Voigt, e, dall’altro, di offrire un’interpretazione unitaria della sua vicenda, capace di ricomporre la frattura storiografica fra l’immagine di Enea Silvio e quella di Pio II. I risultati così raggiunti sono stati indubbiamente preziosi, utili; ma nello stesso tempo, i vari studi hanno anche finito per legare in modo eccessivo l’esame di questo “periodo tedesco” con il richiamo ad alcune categorie più generali (ma più astratte) - l’ “umanesimo”, la “crociata”, la “crisi della cristianità”, la “civiltà europea”, la “riscoperta dell’impero”, la ricerca “della pace e dell’unità del mondo cristiano” - senza riuscire a stabilire un rapporto convincente fra il senso concreto di questa esperienza tedesca, la sua riflessione sull’impero, sul papato, sul mondo tedesco, sull’Europa, e il confronto con il contesto entro cui egli si trova ad operare.
A partire, se si vuole, dal problema stesso della “scoperta” – tutt’altro che facile e scontata - da parte del Piccolomini del mondo tedesco e imperiale, delle sue diverse componenti, delle sue molteplici connessioni.
Sulla base di queste considerazioni, il lavoro di ricerca mira ad offrire una prima riconsiderazione di questo lungo “decennio tedesco” del Piccolomini, a partire dal suo ingresso nella corte e nella cancelleria come segretario regio nell’autunno del 1442, fino al suo rientro definitivo in Italia, presso la corte romana, nell’estate del 1455: cercando, da un lato, di badare allo svolgimento effettivo del Piccolomini, per quel che riguarda il rapporto con la politica regia e con il mondo tedesco, lo sviluppo della sua attività diplomatica e politica al servizio di Federico III; e, dall’altro lato, di seguire il maturare della sua riflessione sull’impero e sui suoi rapporti con la realtà tedesca, europea e con il papato.
Punto di riferimento centrale del lavoro è costituito dall’esame delle fonti piccolominiane: le diverse opere del periodo – dal Pentalogus fino all’Historia de Ratisponensi dieta – e soprattutto il ricchissimo epistolario, comprendendo, in questo senso, non solo le lettere private del Piccolomini (le “Privatbriefe”) ma anche le lettere che egli ha scritto come segretario di Federico III, a nome del re o di altri esponenti della cancelleria (gli “amtliche Schreiben”). Nello stesso tempo, però, si è cercato di legare le fonti tipicamente piccolominiane con la storiografia relativa più direttamente all’impero tedesco (inteso nel suo senso più ampio, dal Reno fino all’Ungheria, alla Boemia...).
Tipologia IRIS:
13 - Tesi di dottorato discussa entro ottobre 2010
Keywords:
Enea Silvio Piccolomini ; Germania ; Federico 3. imperatore del sacro romano impero ; Sacro romano impero ; 15. secolo ; umanesimo ; Boemia ; Ungheria ; crociata ; conciliarismo ; papato
Elenco autori:
B. Baldi
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