'LA MAPPA DELLE COSTELLAZIONI', MANILIO, ASTRONOMICA, 1, 255-455: INTRODUZIONE, TRADUZIONE, TESTO E COMMENTO
Tesi di Dottorato
Data di Pubblicazione:
2019
Citazione:
'LA MAPPA DELLE COSTELLAZIONI', MANILIO, ASTRONOMICA, 1, 255-455: INTRODUZIONE, TRADUZIONE, TESTO E COMMENTO / M. Rossetti ; tutor: C. Torre, E. Romano ; coordinatore: A. V. Cadioli. Università degli Studi di Milano, 2019 Feb 01. 31. ciclo, Anno Accademico 2018. [10.13130/rossetti-matteo_phd2019-02-01].
Abstract:
I versi 255-455 del primo libro degli Astronomica di Manilio contengono una dettagliata descrizione delle costellazioni dei due emisferi: modello strutturale della sezione testuale sono i Fenomeni di Arato. Il modello arateo costituisce, però, soltanto una traccia entro la quale il poeta si è mosso: numerose sono le differenze rispetto ai Fenomeni, evidenti, prima di tutto, nell’organizzazione della materia e nella modalità di presentazione degli argomenti. La dissertazione si configura come un commento filologico e letterario, preceduto da un’introduzione, da un testo critico e da una traduzione italiana. Nell’introduzione sono stati trattati alcuni problemi esegetici di carattere generale riguardanti la pericope di versi, con attenzione al complesso del primo libro e dell’opera. Dopo un capitolo dedicato alla struttura del libro, sono state discusse le fonti di Manilio, in particolare Arato, i suoi scolii, Cicerone e Germanico. I rapporti con quest’ultimo autore hanno consentito di prendere in considerazione i problemi di cronologia tra gli Astronomica e la traduzione dei Phaenomena del Princeps. Spazio è stato dedicato alle modalità di presentazione dei signa e al catasterismo. Nell’ultima parte dell’introduzione sono stati affrontati alcune questioni riguardanti i rapporti di Manilio con delle fonti iconografiche ed è stato tentato di interpretare il testo, visto come una grande ekphrasis, secondo un approccio “intervisuale”. Il testo, accompagnato da un apparato frutto di una nuova collazione dei codices primarii (GLNM) degli Astronomica, è preceduto da una nota sulla tradizione testuale del poema. L’apparato cerca di dar conto del maggior numero di interventi testuali, a partire dal quattrocento, con attenzione ai grandi filologi maniliani: Scaligero, Bentley e Housman. Il commento è strutturato su due ordini di note. A delle note generali e più ampie è demandata un’introduzione a singoli blocchi di versi: in queste sezioni vengono discussi i rapporti dell’autore con i modelli e si cerca di proporre un’interpretazione complessiva del passo in analisi. Le note ai singoli, versi, invece, discutono questioni più puntuali di testo, metrica e lingua, con attenzione ai paralleli. Il commento filologico, indispensabile per un poema testualmente complesso come gli Astronomica, si affianca a quello letterario. Su questo versante si è cercato di dimostrare come Manilio si muova con una certa libertà all’interno della tradizione aratea e riceva spunti anche da autori quali Virgilio e Ovidio. Inoltre, è stato evidenziato come nel passo la descrizione del cielo assuma dei toni che rimandano a uno scenario sublime, categoria rintracciabile anche in altri poemi didascalici latini. Spazio è stato riservato alla trattazione di alcuni aspetti della filosofia di Manilio: la descrizione del cielo in un costante equilibrio presuppone la presenza in filigrana di concezioni provvidenzialistiche. Infine, oggetto del commento sono state alcune problematiche scientifiche e astronomiche, discusse a partire dal confronto dei testi tecnici.
Tipologia IRIS:
Tesi di dottorato
Elenco autori:
M. Rossetti
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