Utilizzo dei piccoli mammiferi quali indicatori di contaminazione ambientale da ceppi batterici antibiotico resistenti
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Data di Pubblicazione:
2013
Citazione:
Utilizzo dei piccoli mammiferi quali indicatori di contaminazione ambientale da ceppi batterici antibiotico resistenti / C. Crotti, M. Ori, L. Rocchi, N. Bartola, D. Gallazzi, G. Grilli. ((Intervento presentato al 2. convegno Convegno nazionale sui piccoli mammiferi : piccoli mammiferi in un mondo che cambia tenutosi a Ercolano nel 2013.
Abstract:
Numerose specie animali, soprattutto piccoli mammiferi, vengono spesso considerate "sentinelle ecologiche ambientali" ed utilizzate in indagini eco-tossicologiche. La nostra ricerca ha preso spunto dalla Direttiva 2003/99/CE "Misure di sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici che riporta come,
per il controllo del crescente fenomeno della resistenza agli antibiotici, potrebbe rivelarsi opportuno
monitorare microrganismi indicatori quali possibili reservoire di geni di resistenza. Tale principio è tanto
più attuale quanto più ci si occupa di animali selvatici non soggetti a trattamenti antimicrobici e che quindi
assumono questi geni di resistenza dall'ambiente in cui vivono. Abbiamo ritenuto interessante quindi
indagare in tal senso, analizzando ceppi commensali di Escherichia coli isolati da feci di piccoli mammiferi catturati nell'ambito di un piano di monitoraggio per la proposta di estensione di ZPS presso il Parco delle Orobie Bergamasche. Il campionamento è stato effettuato per mezzo di line transect, di lunghezza 100 m, disposti per fasce altitudinali (I 000-1 600 m s.l.m.) e tipologie ambientali differenti
(bosco di conifere, bosco di latifoglie, bosco misto, prateria, roccia, arbusteto). Il monitoraggio è stato
effettuato in VaI Seriana (Bg), in quattro sessioni di cattura (giugno, luglio, agosto e settembre)durante i
quali sono state sistemate in loco live-traps,modello Sherman, per 3 notti consecutive. In totale sono stati
raccolti 253 campioni fecali: 105 da Apodemus flavicollis, 68 da Apodemus sylvaticus, 63 da Myodes glareolus e 15 da Eliomys quercinus. Il campione fecale veniva consegnato in laboratorio entro le 24ore, seminato in Brain Heart Broth (Oxoid), incubato a 37°C per 24 ore in aerobiosi, trapiantato su Mc Conkey
Agar e le colonie con caratteristiche tipiche venivano successivamente identificate con il sistema RapID
ONE System (Remel, USA). I 33 campioni identificati come E. coli, sono stati testati per valutare la sensibilità agli antibiotici secondo le specifiche previste da EUCAST; in totale sono stati utilizzati 27 antibiotici appartenenti alle famiglie degli Aminoglicosidi, 13-lattamici, Cefalosporine, Chinoloni,
Fluorochinoloni, Cicline, Fenicoli, Polimixine e Carbapemeni. Sui ceppi isolati risultano molto attivi i
Carbapemeni e i B-lattamici, attivi i Fenicoli, i Fluorochinoloni e le Cicline, mediamente attive le
Cefalosporine e poco attivi gli Amminoglicosidi, i Chinoloni e le Polimixine. La resistenza agli antibiotici è un problema sempre più sentito in medicina umana e in veterinaria e la sua gestione è oggetto di discussione costante. Gli sforzi per ridurre la resistenza dei microrganismi agli antimicrobici si basano sul
presupposto che tale caratteristica sia sviluppata e mantenuta nelle popolazioni batteriche a seguito di una
massiccia o scorretta esposizione agli antimicrobici stessi e che la limitazione dell'uso di tali molecole
dovrebbe bastare a porre dei limiti alla diffusione delle resistenze. Contrariamente a quanto riportato in
bibliografia, sembrerebbe che anche la microflora di piccoli mammiferi selvatici, come quelli da noi
campionati, i quali non subiscono la pressione selettiva di una somministrazione eccessiva di antibiotici, possa avere un ruolo nella diffusione di ceppi batterici resistenti agli antibiotici. L'origine di tale fenomeno e i meccanismi di selezione responsabili del mantenimento di un'alta prevalenza di resistenza sono spesso
il risultato di un naturale scambio di materiale genetico tra specie batteriche anche differenti tra loro e che
originano da diversi ecosistemi. Sicuramente il contatto con animali domestici, che possono essere stati
sottoposti a terapie, agevola il fenomeno del trasferimento di geni di resistenza dalla
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Keywords:
Piccoli mammiferi ; Escherichia coli ; antibiotico resistenza
Elenco autori:
C. Crotti, M. Ori, L. Rocchi, N. Bartola, D. Gallazzi, G. Grilli
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