Data di Pubblicazione:
2009
Citazione:
Spessore medio intimale carotideo: differenze di genere / E. Tremoli, D. Baldassarre. ((Intervento presentato al convegno Congresso Nazionale sulla Medicina di Genere tenutosi a Padova nel 2009.
Abstract:
Le evidenze clinico/epidemiologiche che mostrano differenze di genere nei sintomi, nella fisiopatologia e nella progressione delle malattie cardiovascolari sono ormai alquanto numerose. Per quanto occasionalmente le malattie cardiovascolari possano manifestarsi in età giovanile anche nella donna, in termini epidemiologici esse diventano la principale causa di morbilità e mortalità solo dopo i 50 anni di età ed in particolare dopo la menopausa, con un ritardo rispetto agli uomini di circa 10-15 anni. È ormai abbastanza chiaro che i fattori di rischio per aterosclerosi possono avere un impatto profondamente diverso nei due sessi. Ad esempio, mentre nell'uomo il colesterolo sembra essere uno dei fattori con impatto maggiore, nelle donne assumono maggior importanza fattori di rischio quali l'ipertensione ed il diabete. Importanti differenze di genere esistono anche per il modo in cui l'aterosclerosi si manifesta clinicamente e per il profilo di sintomi. Ad esempio, l'angina (la manifestazione più comune della malattia coronarica) tende raramente ad evolvere in una sindrome coronarica acuta nella donna, mentre nell'uomo questo accade con preoccupante regolarità. Anche la presentazione clinica della sindrome coronarica acuta sembra differire nei due sessi, presentandosi spesso nella donna con sintomi atipici che portano frequentemente i soggetti colpiti a sottostimarne l'importanza. Sulla base di queste ed altre evidenze appare chiaro che le strategie di prevenzione e trattamento dovrebbero essere profondamente diverse nei due sessi. Per anni, invece, la medicina clinica ha utilizzato modelli di diagnosi e prevenzione declinati soprattutto al maschile e ha preteso di curare le donne come fossero uomini. Negli ultimi anni la tecnologia ha reso disponibili strumenti sempre più sofisticati che permettono l'identificazione, incruenta e sempre più precoce delle malattie cardiovascolari. Fra queste tecniche, la misura dello spessore del complesso medio intimale (IMT, dall'inglese Intima Media Thickness) delle carotidi extracraniche è sicuramente da considerarsi una delle più interessanti. L'IMT carotideo è associato ai fattori di rischio cardiovascolari, alle manifestazioni cliniche della malattia, alla presenza di malattia documentata con tecniche diagnostiche invasive (angiografia e IVUS) e, cosa più importante, è predittivo di nuovi eventi cardiovascolari. Su queste basi I'IMT carotideo è oggi generalmente accettato dalla comunità scientifica quale indice surrogato di aterosclerosi, non solo carotidea, ma anche di altri distretti vascolari e soprattutto del distretto coronarico. L'utilizzo di questa metodologia ha reso oggi possibile l'effettuazione di studi impossibili sino a pochi anni addietro volti ad una miglior comprensione delle differenze di genere nello sviluppo della patologia cardiovascolare. Una sintesi delle informazioni attualmente disponibili e dei dati da noi generati in questo campo sarà esaurientemente discussa.
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
E. Tremoli, D. Baldassarre
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