Data di Pubblicazione:
2010
Citazione:
Stima del valore economico della biodiversità zootecnica: metodi e casi studio / R. Negrini, P. Sckokai, F. Chegdani, L. Colli, L. Bomba, A. Faladlaui, J. Roosen, P. Crepaldi, P. Ajmone Marsan. ((Intervento presentato al convegno BIOD - Coltivare la biodiversità. Agricoltura, foreste e territorio : conservare, innovare, pianificare tenutosi a Milano nel 2010.
Abstract:
La Decision IV/10 della Convenzione sulla Diversità Biologica riconosce che “la stima del valore
economico della biodiversità e delle risorse biologiche è uno strumento importante per ottimizzare
gli interventi e calibrare gli incentivi economici”. In questo lavoro viene proposta una succinta
rassegna delle metodologie economico-analitiche sviluppate negli ultimi anni per approcciare il
problema. I metodi attualmente utilizzati possono essere suddivisi in due categorie: quelli basati
sulla massimizzazione del profitto e quelli basate sul concetto di utilità.
Del primo gruppo fa parte il “partial budgeting”, un metodo puramente contabile molto utilizzato
dalle amministrazioni pubbliche per definire l’importo dei sussidi per sostenere in situ le razze
considerate a rischio di estinzione.
Tale importo viene calcolato stimando la perdita di guadagno e i costi addizionali necessari
all’allevamento di tali razze in confronto alla miglior alternativa di mercato possibile. Il vantaggio
del metodo risiede essenzialmente nella facilità di applicazione e nella disponibilità diretta dei dati
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necessari alla sua applicazione. Il punto critico invece è la artificiale inflessibilità con cui viene
modellata la “scelta dell’allevatore”, poiché le altre attività aziendali sono considerate non
influenzate dall’allevamento delle razze a rischio di estinzione.
Modelli “farm simulation” superano la rigidità del budgeting parziale, poiché sono in grado di
integrare nella stima tutto il complesso delle attività aziendali. Tuttavia i singoli processi aziendali,
gli input e gli output devono essere collegati da relazioni precise. In particolare le Risorse
genetiche animali sono considerate tra gli input in grado di determinare la tecnologia produttiva
disponibile.
La massimizzazione dell’utilità è alla base di metodi incentrati sulla stima diretta del valore
economico di un prodotto che ha tra i suoi attributi la biodiversità (es. Hedonic value approach,
Contingent valuation method, Conjoint Analysis, Discrete choice models etc.) che possono
utilizzare dati reali di mercato, qualora disponibili, o dati raccolti somministrando a un campione di
consumatori questionari con scenari di mercato ipotetici, che includono i prezzi dei prodotti in
questione.
In linea di principio, il valore di un bene sul mercato può essere derivato dall’analisi econometrica
dei dati di prezzo relativi alle scelte di acquisto (ipotetiche o reali) dei consumatori con riferimento
a un bene per il quale determinate caratteristiche dipendono dalla razza animale da cui è prodotto.
Uno dei punti critici di questa analisi è che, generalmente, i prodotti animali vengono
commercializzati in stock e solo in rari casi è possibile suddividerli in base alla razza di origine. Nel
caso i consumatori fossero disposti a pagare un prezzo più alto per avere un prodotto proveniente
da razze a rischio, sarebbe necessario analizzare le potenziali implicazioni per la logistica e la
commercializzazione dei prodotti animali.
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Keywords:
specie zootecniche ; valore economico ; agro-biodiversità
Elenco autori:
R. Negrini, P. Sckokai, F. Chegdani, L. Colli, L. Bomba, A. Faladlaui, J. Roosen, P. Crepaldi, P. Ajmone Marsan
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