Evoluzione del Bacino del Cellino : geometria ed analisi di facies dei pricipali corpi sabbiosi (avanfossa Periadriatica pliocenica, Italia centrale)
Abstract
Data di Pubblicazione:
2006
Citazione:
Evoluzione del Bacino del Cellino : geometria ed analisi di facies dei pricipali corpi sabbiosi (avanfossa Periadriatica pliocenica, Italia centrale) / S. Carruba, R. Casnedi, F. Felletti - In: Atti della 83. riunione estiva della Società Geologica Italiana / [a cura di] Boncio, Brozzetti Buccolini, Calamita, Crescenti D. Alessandro, Lavecchia, Miccadei, Pizzi, Raffi, Rainone, Ruscidelli, Rusi, Sciarra, Scisciani, Signanini, Stoppa. - Chieti : null, 2006 Sep. - pp. 1-236 (( Intervento presentato al 83. convegno Riunione estiva della Società Geologica Italiana tenutosi a Chieti nel 2006.
Abstract:
Lo studio dell’evoluzione del Bacino del Cellino durante il Pliocene inferiore permette di interpretare, sulla base di nuove osservazioni sedimentologiche, il riempimento torbiditico dell’avanfossa Periadriatica nel settore Abruzzese.
In una prima fase (Pliocene basale) il bacino si apre verso sud permettendo la sedimentazione di spessi strati di conglomerato (conglomerati di Pietranico) con provenienza meridionale dal vicino Massiccio della Maiella. La presenza di indicatori di corrente alla base degli strati, la natura dei clasti e il loro sviluppo dimostrano la loro origine meridionale.
Nello stesso tempo, un’estensione flessurale si verifica nella zona di cerniera della placca Adriatica in sottoscorrimento (downbending), originando faglie longitudinali dirette N-S, parallele alla direzione delle strutture appenniniche. Il depocentro, suddiviso in graben paralleli, raggiunge la sua massima profondità e diventa l’area di accumulo di torbiditi questa volta con provenienza settentrionale, così come avviene di norma nell’avanfossa Periadriatica. All’inizio le correnti torbiditiche hanno volumi limitati e composizione molto argillosa (fase di starvazione), ma rapidamente il tasso di sedimentazione cresce con uno sviluppo di una sequenza di tipo “coarsening and thickening upward”. In questo momento iniziano ad accumularsi spessi strati sabbiosi intercalati a torbiditi sottilmente stratificate.
Il bacino assume una nuova forma, con la chiusura a sud dovuta al sollevamento di una struttura trasversale al bacino stesso (Alto del Cigno). La dimensione del bacino può essere stimata in almeno 150 km nella direzione parallela all’asse del bacino e 30 – 40 km nella direzione perpendicolare (Carruba et al., 2006). Il grande volume delle correnti di torbida permette la sedimentazione di strati che si depositano nell’intero bacino: le correlazioni strato a strato, effettuate grazie all’utilizzo di dati di pozzo (log elettrici) mostrano un ottimo grado di correlazione senza apprezzabili variazioni di natura e di spessore degli strati (Fig.1).
I flussi torbiditici sono probabilmente molto diluiti e quindi in grado di muoversi per lunghe distanze e quindi estendersi per l’intera area del bacino; nel Bacino del Cellino questa caratteristica (e cioè la presenza di strati con estensione bacinale) è peculiare della porzione inferiore della successione stratigrafica (membri E – D – C della Formazione di Cellino).
Contrariamente a quanto avviene per i suddetti membri, i megastrati del soprastante membro B mostrano (come si può dedurre dalle correlazioni di sottosuolo) una estensione laterale limitata ad alcune aree del bacino e sensibili variazioni di spessore. Il membro A, che chiude la Formazione di Cellino, è costituito principalmente da torbiditi sottilmente stratificate con rari megastrati di estensione areale limitata e di difficile correlazione.
Mentre in passato si è studiata attentamente la geometria di questi megastrati a scala bacinale sulla base di dati di sottosuolo, nel presente studio ci siamo focalizzati su un’accurata analisi di facies partendo da dati raccolti in affioramento. Ciò ha permesso di effettuare nuove considerazioni sui meccanismi di trasporto e deposizione. In particolare è stato osservato quanto segue:
1) membri E - D - C
La porzione inferiore della Formazione di Cellino (Fig.2) è costituita da megastrati tabulari con alla base arenarie molto spesse e massicce. La loro organizzazione interna indica la presenza correnti “sostenute” che durano a lungo nel tempo (sustained turbidity current; Kneller and Branney, 1995) e depositano importanti spessori di sedimento in aggradazione.
Le seguenti caratteristiche interne posso indicare flussi “sostenuti”: (i) strati torbid
Tipologia IRIS:
03 - Contributo in volume
Keywords:
Cellino ; Avanfossa Periadriatica ; Pliocene ; orbiditi
Elenco autori:
S. Carruba, R. Casnedi, F. Felletti
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Titolo del libro:
Atti della 83. riunione estiva della Società Geologica Italiana